Negli ultimi anni si sono affermate in tutta Europa nuove tecniche di recupero ambientale, che sono state classificate con il nome di “ingegneria naturalistica”. Questa è una disciplina tecnica che studia le modalità di utilizzo delle piante viventi e di parti di piante, come materiali da costruzione, impiegati insieme a materiali inerti quali pietrame, terra, ecc. L’uso di queste tecniche serve a migliorare l’inserimento nel paesaggio di certe opere ingegneristiche, limitando così il loro impatto a livello paesaggistico e naturalistico; nel contempo a limitare i costi di realizzazione poiché i materiali sono reperibili sul posto.
La briglia o rampa, può essere fatta in legname, in pietrame o come in questo caso mista, legname e pietrame. La briglia ha lo scopo di ridurre la velocità dell’acqua evitando un erosione molto veloce delle sponde del torrente e del suo letto, i cui detriti depositandosi potrebbero ostruire il corso d’acqua e causare esondazioni. Se la briglia interessa dei fiumi in cui vive una popolazione di pesci che risalgono la corrente per riprodursi, allora a lato della briglia viene lasciato un canale per il passaggio dei pesci.