Svolgi la prova, scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte
TIPOLOGIA A |
ANALISI DEL TESTO |
1 |
BALDOVINO (seduto, s'insella le lenti su la punta del naso
e, reclinando indietro il capo) Le chiedo, |
5 |
FABIO Ah, sì, sì... Anzi, non chiedo di meglio. |
10 |
...E come, allora? |
15 |
stesso fa di sé anche lei che mi riceve. Ma, in fondo, dentro
queste costruzioni nostre messe così di fronte, dietro le
gelosie² e le imposte, restano poi ben nascosti i pensieri
nostri più segreti, i nostri più intimi sentimenti, tutto ciò
che siamo per noi stessi, fuori delle relazioni che vogliamo
stabilire. - Mi sono spiegato? |
20 |
BALDOVINO Comincio io, allora, se permette, a parlarle aperto.
- Provo da un pezzo, signor marchese - dentro - un
disgusto indicibile delle abiette costruzioni di me, che debbo
mandare avanti nelle relazioni che mi vedo costretto a contrarre
coi miei... diciamo simili, se lei non s'offende. |
25 |
indegno questo che tu ora stai facendo! |
30 |
possiamo essere quali ci vogliamo. [...] Ora, scusi,
debbo toccare un altro tasto molto delicato. |
35 |
FABIO Purtroppo! |
40 |
questa mia firma; dire: - Ecco qua: uno ha preso alla vita
quel che non doveva e ora pago io per lui, perché se io non
pagassi, qua un'onestà fallirebbe, qua l'onore d'una famiglia
farebbe bancarotta; signor marchese, è per me una bella
soddisfazione: una rivincita! Creda che non lo faccio per altro.
[...] |
45 |
BALDOVINO Ma le conseguenze, signor marchese, scusi! [...] |
50 |
Ma per nasconderla bene, nel suo stesso interesse e
nell'interesse sopratutto della signorina, bisogna che lei mi
rispetti; e non le sarà facile nella parte che si vuol
riserbare! - Rispetti, dico, non propriamente me, ma la forma -
la forma che io rappresento: l'onesto marito d'una signora
perbene. Non la vuol rispettare? |
55 |
BALDOVINO E non comprende che sarà tanto più rigorosa e
tiranna, questa forma, quanto più pura lei vorrà che sia la
mia onestà? - Perciò le dicevo di badare alle conseguenze.
[...] |
60 |
Tanto vero che, non potendo trovarla in ciò che fa, la vuole
in me. Devo rappresentarla io, la sua onestà: - esser
cioè, l'onesto marito d'una donna, che non può essere sua
moglie; l'onesto padre d'un nascituro che non può essere suo
figlio. È vero questo? |
65 |
basterà che sia onesto soltanto io?
Dovrà essere onesto
anche lei, signor marchese, davanti a me. Per forza! - Onesto
io, onesti tutti. - Per forza! |
Luigi PIRANDELLO (Girgenti 1867 - Roma 1936) ebbe il
premio Nobel nel 1934. Tutta la sua produzione è percorsa dal filo
rosso dell'assurdo e del tragico della condizione umana, dal contrasto
tra apparenza e realtà e dallo sfaccettarsi della verità. Il testo
proposto è tratto da Il piacere dell'onestà, commedia in tre atti,
rappresentata per la prima volta a Torino il 25 novembre 1917. La
vicenda è collocata ai primi del Novecento in una città delle Marche.
______________________________________________
Un nobile (il marchese Fabio), separato dalla moglie, ha una
relazione con una giovane (Agata), che aspetta da lui un bambino. Il
marchese e la madre della giovane pensano di trovare ad Agata
(riluttante, ma poi consenziente), un finto marito per «salvare le
apparenze». Accetta di assumere questo ruolo un altro aristocratico,
Baldovino, uomo dalla vita dissipata, pieno di debiti di gioco, che non
sa come pagare e che vengono pagati dal marchese. Ma Baldovino, molto
accorto e sottile intenditore dei raggiri altrui, intuisce che Fabio,
dopo aver fatto di lui un finto padre del nascituro, cercherà di
scacciarlo dalla famiglia, magari facendolo apparire un truffatore in
qualche affare finanziario. Per prevenire questo inganno, Baldovino
fonda tutto il suo rapporto col marchese su un patto di onestà di
pura forma: chiede che tutti debbano apparire sempre e in
ogni cosa onesti, anche se non lo sono. Infatti, Baldovino, per
tutta la vita imbroglione e sregolato, accetta questo vile patto solo
per provare il piacere di apparire onesto, in una società che
non rende affatto facile l’essere onesti. Ma alla fine giunge
il colpo di scena: quando si scoprono l’inganno del marchese e la
disonestà sua e degli altri, Baldovino confessa la propria intima
disonestà e conquista in questo modo, involontariamente, la stima e
l’amore di Agata, che decide di andare a vivere con lui, portando con
sé anche il bambino. Nella Scena ottava dell’Atto primo si incontrano
e discutono per la prima volta il puntiglioso Baldovino e l’incauto
Fabio. - Le parole in neretto nel testo sono evidenziate già
dall’Autore.
Analisi del testo
A. La figura di Baldovino
Cerca e commenta nelle battute di Baldovino le parole e le espressioni che meglio rivelano le sue posizioni e intenzioni nella trattativa.
Nel brano dalla riga 19 alla riga 41 quali esperienze affiorano della precedente vita di Baldovino?
In quale brano emerge più chiaramente il quadro delle "apparenze" da salvare? Individualo e commentalo.
B. La figura di Fabio
Come si caratterizza il linguaggio di Fabio rispetto a quello di Baldovino?
Quando Fabio (righe 42 e 43) parla di "onestà" e "bontà dei sentimenti" da parte di Baldovino, a che cosa sembra riferirsi?
In questo dialogo, Fabio fa finta di non capire i discorsi di Baldovino o non li comprende davvero? Argomenta la tua risposta.
Commento complessivo e approfondimenti
Da questa vicenda, che per lungo tratto ci presenta personaggi pieni di ipocrisia e abituati al raggiro, si ricava alla fine anche una morale positiva? In che modo il pessimismo di Pirandello, quale si riscontra in questa ed in altre sue opere a te note, vuole aiutarci a trovare il filo per una condotta onesta nella vita, così piena di difficoltà per tutti?
Pirandello è tra i nostri scrittori moderni che propongono per primi una lingua finalmente di "uso medio", cioè di tipo parlato. Cerca e commenta le espressioni vicine al parlato di oggi. Puoi spiegare, ad esempio, il significato dell'avverbio "allora" qui più volte usato.
Nel rispondere alle domande che ti sono state poste, riferisciti anche al contesto culturale europeo dell'epoca.
TIPOLOGIA B |
Redazione di un
"SAGGIO BREVE" o di un "ARTICOLO DI GIORNALE" |
---|
CONSEGNE
Sviluppa l'argomento scelto o in forma di "saggio breve" o
di "articolo di giornale", utilizzando i documenti e i dati
che lo corredano. Se scegli la forma del "saggio breve",
interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e su questa base
svolgi, argomentandola, la tua trattazione, anche con opportuni
riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di studio.
Da' al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una
destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di
ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui
potrai dare eventualmente uno specifico titolo.
Se scegli la forma dell' "articolo di giornale", individua nei
documenti e nei dati forniti uno o più elementi che ti sembrano
rilevanti e costruisci su di essi il tuo 'pezzo'. Da' all'articolo un
titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi
la pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico,
altro). Per attualizzare l'argomento, puoi riferirti a circostanze
immaginarie o reali (mostre, anniversari, convegni o eventi di rilievo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque
colonne di metà di foglio protocollo.
1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO
ARGOMENTO: Affetti familiari
DOCUMENTI
In morte del fratello GiovanniMichelangiolo Buonarroti, Sacra famiglia (1504) |
A mia moglie, in montagna
Dal fondo del vasto catino,
supini presso un'acqua impaziente
d'allontanarsi dal vecchio ghiacciaio,
ora che i viandanti dalle braccia tatuate
han ripreso il cammino verso il passo,
possiamo guardare le vacche.
Poche sono salite in cima all'erta e pendono
senza fame né sete,
l'altre indugiano a mezza costa
dov'è certezza d'erba
e senza urtarsi, con industri strappi,
brucano; finché una
leva la testa a ciocco verso il cielo,
muggisce ad una nube ferma come un battello.
E giungono fanciulli con frasche che non usano,
angeli del trambusto inevitabile,
e subito due vacche si mettono a correre
con tutto il triste languore degli occhi
che ci crescono incontro.
Ma tu di fuorivia, non spaventarti,
non spaventare il figlio che maturi.
G. ORELLI, L'ora del tempo, (1962)
Ed amai nuovamente; e fu di Lina
dal rosso scialle il più della mia vita.
Quella che cresce accanto a noi, bambina
dagli occhi azzurri è dal suo grembo uscita
Trieste è la città, la donna è Lina,
per cui scrissi il mio libro di più ardita
sincerità; né dalla sua fu fin'
ad oggi mai l'anima mia partita.
Ogni altro conobbi umano amore;
ma per Lina torrei di nuovo un'altra
vita, di nuovo vorrei cominciare.
Per l'altezze l'amai del suo dolore,
perché tutto fu al mondo, e non mai scaltra,
e tutto seppe, e non se stessa, amare.
U. SABA, Autobiografia, (1924)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
E. MONTALE, Satura, (1971)
Il compleanno di mia figlia. 1966
Siano con selvaggia compunzione accese
le tre candele.
Saltino sui coperchi con fragore i due
compari di spada compiuti uno
sei anni e mezzo, l'altro cinque
e io trentaquattro e la mamma trentadue
e la nonna, se non sbaglio, sessantotto.
Questa scena non verrà ripetuta.
La scena non viene diversamente effigiata. E chi
si sentisse esule o in qualche
percentuale risulta ingrugnato
parli prima o domani.
Accogli, streghina di marzapane, la nostra sospettosa tenerezza.
Seguano come a caso stridi
di vagoni piombati, raffiche di mitragliatrice…
G. RABONI, Cadenza d'inganno, (1975)
La madre
E il cuore quando d'un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d'ombra
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.
In ginocchio, decisa,
Sarai una statua davanti all'Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.
Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.
E solo quando m'avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.
Ricorderai d'avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.
G. UNGARETTI, 1930
2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO
ARGOMENTO: È ancora possibile la poesia nella società delle
comunicazioni di massa?
DOCUMENTI
"Sotto lo sfondo così cupo dell'attuale civiltà
del benessere anche le arti tendono a confondersi, a smarrire la loro
identità. Le comunicazioni di massa, la radio e soprattutto la
televisione, hanno tentato non senza successo di annientare ogni
possibilità di solitudine e di riflessione. Il tempo si fa più veloce,
opere di pochi anni fa sembrano "datate" e il bisogno che
l'artista ha di farsi ascoltare prima o poi diventa bisogno spasmodico
dell'attuale, dell'immediato. Di qui l'arte nuova del nostro tempo che
è lo spettacolo, un'esibizione non necessariamente teatrale a cui
concorrono i rudimenti di ogni arte e che opera una sorta di massaggio
psichico sullo spettatore o ascoltatore o lettore che sia… In tale
paesaggio di esibizionismo isterico quale può essere il posto della più
discreta delle arti, la poesia? "
E. MONTALE, È ancora possibile la poesia? (Discorso tenuto
all'Accademia di Svezia), 1975
"Ruth Lilly, erede novantenne della casa
farmaceutica che produce il Prozac, ha regalato cento milioni di dollari
a "Poetry", rivista di poesia perennemente in bolletta che ha
pubblicato i grandi del Novecento, da Dylan Thomas ed Ezra Pound, e che
rischiava di chiudere… È un segno del destino che il denaro speso per
gli antidepressivi sia andato a finanziare la più antica e ignorata
delle medicine contro l´angoscia. Ed è un altro segno che sia stato
proprio il Pio Albergo Trivulzio di Milano… ad aver organizzato un
concorso nazionale di poesia per anziani. Lo hanno vinto una coetanea
veneta della miliardaria americana e la signora Luigia Tonelli,
leggermente più matura, che ha voluto ringraziare la giuria con queste
parole: "I miei 104 anni sono tanti, ma non sono mai troppi per
tutto quello che la vita ci offre". Una frase che, a leggerla prima
e dopo i pasti, uno si dimentica persino di prendere il Prozac. Rimane
la gioia di vedere tanti vecchi rifugiarsi nella poesia, il linguaggio
dei bambini. E la rabbia di saperli quasi costretti a scrivere, dal
momento che il mondo non li ascolta più. "
M. GRAMELLINI, I versi della nonna, LA STAMPA 20/11/2002
"La poesia è, ormai, un "genere"
letterario sempre più specialistico, che non interessa nessuno, o
quasi, al di fuori delle università e di una cerchia ristretta di
cultori… Ma la poesia da sempre, aspira a essere popolare; e questo
fatto genera qualche equivoco… L'impopolarità della poesia sembra
irreversibile. In passato, la poesia diventava popolare sulla spinta
delle grandi idee, delle grandi emozioni, delle grandi cause (giuste o
sbagliate). Oggi, il pacifismo non ha un vate, la causa palestinese e le
sofferenze del popolo israeliano non hanno un vate; Bin Laden balbetta
versi non suoi, Karadzic è meglio dimenticarlo. Forse, un capitolo
della storia umana si è chiuso per sempre."
S. VASSALLI, Il declino del vate, IL CORRIERE DELLA SERA
12/01/2003
"La poesia è irreversibilmente morta… oppure
è viva e lotta con noi...? Di fronte a un'alternativa del genere, la
mia reazione istintiva è, lo confesso, quella di stringermi nelle
spalle e cambiare discorso. Come si fa a rispondere? La poesia è una
possibilità infinitamente sospesa, una possibilità che si avvera
soltanto nella mente di ogni singolo destinatario; tutto il resto, la
"popolarità", il "ruolo sociale" ecc. - appartiene
alla sfera delle conseguenze e può esserci o non esserci, in un
determinato periodo storico, per motivi che non dipendono né dai poeti
né dalla poesia. "
G. RABONI, La poesia? Si vende ma non si dice, IL CORRIERE DELLA
SERA 18/01/2003
"... la poesia non muore mai del tutto. Se
morisse la poesia, allora si atrofizzerebbero e si impoverirebbero
mortalmente anche il linguaggio e il pensiero, e non sarebbe un capitolo
della storia umana a chiudersi, ma sarebbe l'umanità stessa a cambiare.
Bisogna indicarli gli assassini della poesia: non sono certo il popolo,
i ragazzi e le ragazze, i lavoratori, gli anziani, le persone comuni, ma
sono tra i poeti e gli intellettuali stessi, almeno tra quelli che
vivono di rendita su vecchie posizioni nichiliste, materialistiche ed
eurocentriche, sono tra quei borghesi corrotti, cinici, conformisti,
pigri, incolti che rappresentano il ventre molle della classe dirigente
italiana, sono tra i cultori del trash, sono tra coloro che attaccano e
avvelenano la Madre Terra, sono tra i sostenitori di una inedita
gerarchia in cui Denaro e Tecnica occupano il primo posto nella scala
dei valori…. Se popolare è tutto ciò che riguarda i consigli per gli
acquisti, il luccicante ma miserabile mondo della moda, degli spot, del
calciomercato allora è meglio che la poesia non sia popolare. Lei è di
più, è universale. E quelli che la vogliono uccidere non ce la
faranno."
G. CONTE, Ma la poesia non sempre deve essere popolare, IL
CORRIERE DELLA SERA 15/01/2003
"La società-spettacolo non vuole cancellare la nobile funzione della
poesia, perché sa che ne avrebbe un ritorno d'immagine negativo. E
allora, semplicemente, e per arrivare ai grandi numeri, fa della canzone
il surrogato di massa della poesia... C'è però un fatto decisivo a
conferma della presenza vitale, anche se occultata dai media più forti,
della poesia, e cioè la fiducia tranquilla dei giovanissimi in questo
genere espressivo. Qualche anno fa pensavo: com'è possibile che un
diciottenne, oggi, affidi il meglio di sé alla poesia, in un mondo che
tende a nasconderla? Ebbene, i giovani che scrivono versi, ma non per
raccontare le sole sciocchezze in cuore e amore, sono tanti e pienamente
persuasi. Investono il meglio di sé nell'energia insostituibile e nella
verità profonda della parola poetica, e non gliene importa nulla dei vip
televisivi e della cultura di massa. Li seguo da tempo, sono nati negli
anni Settanta e ormai anche oltre… Sono loro il futuro della poesia, che
non cederà certo il campo ai surrogati."
M. CUCCHI, Il destino della poesia nella società moderna, LA
STAMPA, 21/1/2003
"Sei una parola in un indice". Lessi questo verso tanti anni fa,
non so più su quale rivista letteraria... Ma per me quel "sei una
parola in un indice", quel "ma di te sappiamo solo oscuro
amico/che udisti l'usignolo una sera", vanno a toccare più di ogni
altra composizione le misteriose corde d'ordine sentimentale (chiamiamole
pure così), latenti in ciascuno di noi dai tempi della scuola. Sono veri
e propri innamoramenti, cui si perviene casualmente, per vie proprie, o
perché un insegnante più appassionato degli altri e con una voce più
duttile, ce li ha messi in evidenza. Lo studio a memoria della poesia è
ancora obbligatorio, mi dicono, e ancora mal sopportato dai ragazzini. Sarà,
ma "Dolce e chiara è la notte e senza vento" o "quel
giorno più non vi leggemmo avante", devono pur risuonare in un'aula
scolastica. Sono spiragli aperti per un attimo su un mondo parallelo che
esclude merendine e play-station. Un mondo di suggestioni enigmatiche e
dolcissime, che per molti scomparirà forse per sempre ma per altri resterà
per sempre lì a portata di mano, evocabile in ufficio, guidando
sull'autostrada, spingendo il carrello per un supermercato… Sono
lingotti in un caveau svizzero, magari parziali e approssimativi nella
memoria, ma emotivamente indistruttibili. Ognuno se li deve mantenere da sé,
con la sua segreta chiave, perché l'alternativa (il cenacolo con dama
protettrice, il convegnino promosso dal Comune, l'evento mediatico una
volta l'anno) non funziona, inquina senza scampo quelle privatissime
risonanze... "
C. FRUTTERO, L'indice di Borges, TUTTOLIBRI, 11 gennaio 2003
3. AMBITO STORICO - POLITICO
ARGOMENTO: Il terrore e la repressione politica nei sistemi
totalitari del '900.
DOCUMENTI
Scheda:Il fascismo italiano fece centinaia di prigionieri politici e di confinati in domicilio coatto, migliaia di esiliati e fuoriusciti politici.
Il nazismo tedesco dal 1933 al 1939 ha eliminato circa 20.000 oppositori nei campi di concentramento e nelle prigioni; tra il 1939 e il 1941 ha sterminato nelle camere a gas 70.000 tedeschi vittime di un programma di eutanasia. Durante la guerra si calcola che siano stati uccisi circa 15 milioni di civili nei paesi occupati, circa 6 milioni di ebrei; 3.300.000 prigionieri di guerra sovietici, più di un milione di deportati e decine di migliaia di zingari sono morti nei campi di concentramento; più di 8 milioni sono stati inviati ai lavori forzati.
Nella Russia comunista la prima epurazione la pagarono gli iscritti al partito; tra il 1936?38 furono eliminati 30.000 funzionari su 178.000; nell'Armata rossa in due anni furono giustiziati 271 tra generali, alti ufficiali e commissari dell'esercito. Nei regimi comunisti del mondo (URSS, Europa dell'Est, Cina, Corea del Nord, Vietnam, Cambogia, Cuba, ecc.) si calcola che sono stati eliminati circa 100 milioni di persone contrarie al regime.
Né bisogna dimenticare le "foibe" istriane e, più di recente, i crimini nei territori della ex Jugoslavia, in Algeria, in Iraq, ecc. Amnesty International ha segnalato 111 Paesi dove sono state applicate torture su persone per reati d'opinione.
"Con il terrore si assiste a una doppia
mutazione: l'avversario, prima nemico e poi criminale, viene trasformato
in 'escluso'. Questa esclusione sfocia quasi automaticamente nell'idea
di sterminio. Infatti la dialettica amico/nemico è ormai insufficiente
a risolvere il problema fondamentale del totalitarismo: si tratta di
costruire un'umanità riunificata e purificata, non antagonista [...].
Da una logica di lotta politica si scivola presto verso una logica di
esclusione, quindi verso un'ideologia dell'eliminazione e, infine, dello
sterminio di tutti gli elementi impuri".
S. COURTOIS, "Perché?", in Il libro nero del comunismo,
Milano, Mondadori, 2000
"Per genocidio si intende uno qualunque dei seguenti atti, commessi
con l'intenzione di distruggere completamente o in parte un gruppo
nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale: a) assassinio di
membri del gruppo; b) grave attentato all'incolumità fisica o mentale di
membri del gruppo; c) imposizione intenzionale al gruppo di condizioni di
vita destinate a provocarne la distruzione fisica totale o parziale; d)
misure volte a ostacolare le nascite all'interno del gruppo; e)
trasferimenti coatti dei figli di un gruppo a un altro".
Convenzione delle Nazioni Unite del 9/12/1948
"Dolore per la nostra patria [il Cile] soggiogata e convertita in un
immenso carcere; per il nostro popolo martoriato dalla fame e dalla
miseria; per i nostri compagni ed amici caduti nel combattimento, o
assassinati, torturati o incarcerati dal fascismo. Speranza che questo
incubo di orrore avrà una fine non lontana, e la certezza che i colpevoli
riceveranno il castigo esemplare".
C. ALTAMIRANO, "Saluto di capodanno: I gennaio 1975", in
Tutte le forme di lotta, Milano, 1975,
(L'autore era segretario generale del Partito socialista cileno)
"I regimi totalitari del XX secolo hanno rivelato l'esistenza di un
pericolo prima insospettato: quello di una manomissione completa della
memoria".
T. TODOROV, Memoria del male, tentazione del bene. Inchiesta su un
secolo tragico, Milano, Garzanti, 2001
4. AMBITO TECNICO - SCIENTIFICO
ARGOMENTO: L'acqua, risorsa e fonte di vita
DOCUMENTI
USI E SPRECHI: "Destino veramente strano quello dell'acqua: se un
essere umano ne è privato solo per pochi giorni, muore. Se una zona
attraversa un lungo periodo di siccità, migliaia o addirittura milioni di
persone muoiono di fame. Senza di essa, niente può vivere, crescere,
produrre. E tutto questo si riflette nelle idee che ci facciamo sull'acqua
e nella sacralità che spesso ancora la circonda. Allo stesso tempo,
però, l'acqua è sprecata, sporcata, ignorata e dimenticata forse più di
qualunque altra risorsa naturale."
M. FONTANA, L'acqua, natura, uso, consumo, inquinamento e sprechi, Editori
riuniti, 1984
ACQUA, FONTE DI SICUREZZA ALIMENTARE: " Affinché vi sia cibo occorre
che vi sia acqua. E' quindi fondamentale investire per garantire la
disponibilità e l'uso efficiente delle risorse idriche, in un
indispensabile contesto di salvaguardia ambientale. Acqua e cibo
rappresentano il motore di quello sviluppo autosostenibile cui tutti
dobbiamo dare priorità assoluta.
Introduzione a "Celebrazioni Ufficiali Italiane per la
Giornata Mondiale dell'Alimentazione 2002" da parte del presidente
del Consiglio dei Ministri.
PROSPETTIVE FUTURE: "La società contemporanea si è abituata
all'idea che risorse essenziali per la vita e per le attività economiche
e produttive, come l'acqua, siano inesauribili, a portata di mano, sempre
disponibili. Non tutti sanno, tuttavia, che questa fondamentale risorsa è
limitata e, in alcune situazioni, comincia anche a scarseggiare. Occorre,
quindi, migliorare la conoscenza e la tutela dell'acqua come elemento
fondamentale esistente in natura e dell'acqua come risorsa per lo
sviluppo, necessaria per la vita, per la salute, per le città e per le
campagne, e in particolare per l'agricoltura e per una sana
alimentazione... In futuro ? è ormai evidente ? l'acqua diventerà sempre
più un bene prezioso ed insostituibile, anche raro. Le difficoltà di
approvvigionamento, il declino della qualità, la penuria, il consumo
disattento, gli sprechi dell'acqua sono già motivo di preoccupazione…
L'acqua non dovrà essere un fattore di incertezza o, nel caso delle
catastrofi, minaccia per la popolazione del mondo, anche nei luoghi dove
il clima favorevole, le piogge, l'innevamento, l'alternarsi delle stagioni
l'hanno resa abbondante."
Atti della Giornata mondiale per l'alimentazione 2002
È L'ANNO DELLA VITA: "E' certamente una coincidenza che il 2003,
atteso da tempo per celebrare i cinquant'anni dalla scoperta della
struttura a doppia elica del Dna, sia stato dedicato anche all'acqua.
L'accostamento non poteva essere, comunque, più pertinente. Il Dna è,
soprattutto nell'immaginario collettivo, il simbolo biologico della vita,
ed è un luogo non meno comune che l'acqua è una condizione
indispensabile per la vita. Nonché un ambiente che offre straordinarie
opportunità evolutive. Con conseguenze non sempre benefiche per l'uomo:
nel passaggio a una civiltà più sedentaria l'acqua ha infatti cominciato
a rappresentare un grave rischio di morte per l'umanità, veicolando gli
agenti di malattie come il tifo e il colera o favorendo lo sviluppo di
artropodi in grado di trasmettere virus, o parassiti come la malaria. Il
rapporto fra acqua e vita è stato intuito da molti miti della creazione,
in particolare presso quelle civiltà che si svilupparono sulle sponde dei
grandi fiumi e fatto proprio addirittura dal primo filosofo naturalista,
Talete."
G. CORBELLINI, Una molecola nell'oceano, in IL SOLE 24 ORE, 5
gennaio 2003
"La molecola è sempre H2O ma in molte parti del mondo è
marrone, sporca di fango e portatrice di funghi e batteri e quindi di
malattie e di morte: Oppure è assente del tutto. Per l'Organizzazione
mondiale della Sanità la situazione peggiora: nel 2025 l'oro blu potrebbe
essere insufficiente per due persone su tre. Urgono nuovi accordi
internazionali. L'acqua è un problema globale, ma a differenza del
riscaldamento del clima, è affrontabile su scala locale. Lo stress idrico
è, per esempio, spesso causato da sprechi locali: in primo luogo dalle
inefficienze in agricoltura (attività per la quale utilizziamo il 70%
dell'acqua), ma anche da semplici, stupide perdite delle tubature o
contaminazioni evitabili… Ma ciò che in Italia è un problema, in
Bangla Desh può diventare un dramma. Fino a una trentina di anni fa,
tutti bevevano acqua contaminata dalle fognature. Ascoltando i geologi,
però, si scopre che basterebbe scavare i pozzi a una profondità di 80
metri, anziché di 50 circa per eliminare il problema alle radici nel 99%
dei casi."
M. MERZAGORA, Un patto sul colore dell'acqua, in IL SOLE 24 ORE, 5
gennaio 2003
L'EMERGENZA IDRICA E LA STIMOLAZIONE DELLA PIOGGIA: "L'agricoltura
italiana può contare sempre meno sulle piogge... Una situazione che
provocherà pesanti ripercussioni economiche se si considera che più del
50% del valore lordo della produzione agricola italiana dipende
dall'irrigazione e che i due terzi del valore delle esportazioni è
costituito da prodotti che provengono da territori irrigati. Alla
stimolazione delle piogge si lavora nei Paesi più avanzati al mondo, come
gli Stati Uniti, e in nazioni, come Israele, che hanno adottato la
tecnologia italiana e si avvalgono della consulenza dei nostri esperti.
Non solo. Il convegno dell'Organizzazione meteorologica mondiale ha
riaffermato, lo scorso anno a Ginevra, il grande interesse per la
stimolazione della pioggia riprendendo l'indicazione data dalla Conferenza
di Rio de Janeiro che cita questa tecnologia quale sistema di lotta alla
desertificazione della terra. Cos'è la stimolazione della pioggia? La
tecnologia messa a punto da un'associazione italiana riproduce in sostanza
il processo naturale di formazione delle precipitazioni. Ci si avvale di
piccoli aerei che volano alla base dei sistemi nuvolosi, rilasciando
microscopiche particelle di ioduro di argento in grado di accelerare il
processo di condensazione trasformando il vapore in pioggia che cade al
suolo."
AGRICOLTURA, marzo/aprile 2002
TIPOLOGIA C |
TEMA DI ARGOMENTO STORICO |
Tutti gli esseri umani, senza distinzione alcuna di
sesso, razza, nazionalità e religione, sono titolari di diritti
fondamentali riconosciuti da leggi internazionali. Ciò ha portato
all'affermazione di un nuovo concetto di cittadinanza, che non è più
soltanto "anagrafica", o nazionale, ma che diventa
"planetaria" e quindi universale. Sviluppa l'argomento
analizzando, anche alla luce di eventi storici recenti o remoti, le
difficoltà che i vari popoli hanno incontrato e che ancor oggi
incontrano sulla strada dell'affermazione dei diritti umani. Soffermati
inoltre sulla grande sfida che le società odierne devono affrontare per
rendere coerenti e compatibili le due forme di cittadinanza.
TIPOLOGIA D |
TEMA DI ORDINE GENERALE |
Si dice da parte di alcuni esperti che la forza delle
immagini attraverso cui viene oggi veicolata gran parte delle
informazioni, rischia, a causa dell'impatto immediato e prevalentemente
emozionale, tipico del messaggio visivo, di prendere il sopravvento sul
contenuto concettuale del messaggio stesso e sulla riflessione critica
del destinatario. Ma si dice anche, da parte opposta, che è proprio la
immagine a favorire varie forme di apprendimento, rendendone più
efficaci e duraturi i risultati.
Discuti criticamente i due aspetti della questione proposta, avanzando
le tue personali considerazioni.
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Durata massima della prova: 6 ore.
È consentito soltanto l'uso del dizionario italiano.
Non è consentito lasciare l'Istituto prima che siano trascorse 3 ore
dalla dettatura del tema.