Classe: Basidiomiceti
Nome scientifico: Macrolepiota rachodes (Vitt.) Sing.
Sinonimo: Chlorophyllum rhacodes
Cappello: 5-17 cm, prima globoso, poi convesso e infine piano o depresso, con margine grosso, coperto da una cuticola brunastra, screpolata in larghe squame che lasciano intravedere un fondo fibrilloso biancastro. Il disco centrale (brunastro) rimane intero mentre le squame si distaccano sollevando ciuffi biancastri.
Lamelle: fitte e libere al gambo, prima bianche (si macchiano di rosso allo strofinio), infine brunastre specie sul filo.
Gambo: 8-25 x 1,5-2 cm, ingrossato alla base, prima biancastro poi brunastro, con anello mobile membranoso bianco o imbrunente
Carne: tenera e bianca, arrossante (poi brunastra) all'aria specie nel gambo. Odore e sapore gradevoli.
Spore: bianche.
Lepiota rachodes (foto Jurgen Duffner www.natur-um-triberg.de)
Relazione con l'ambiente vegetale circostante: fungo saprofita.
Il nome deriva dal greco "rhakos" (straccio, sfilacciato) per l'aspetto del cappello.
Si trova nei campi, nei pascoli e nelle radure dei boschi, nei luoghi ricchi di humus, in estate-autunno.
Commestibilità: sospetto. Alcuni la danno commestibile come la M. procera. Si segnalano alcuni casi di intossicazione gastrointestinale, con vomito irrefrenabile, dolori addominali violenti e diarrea, specialmente se poco cotta.