Classe: Basidiomiceti
Nome scientifico: Amanita rubescens Pers.: Fr.
Sinonimi: Amanita rubens
Nomi volgari: Tignosa rosseggiante - Tignosa vinata
Cappello: 6-15 cm, carnoso, prima emisferico poi aperto, bruno-rossastro con chiazze vinate negli esemplari adulti, con verruche grigie, bianche o giallognole. Cuticola brillante e un po' viscosa. In qualche varietà il colore è leggermente verdastro o giallo-verdastro; margine regolare e liscio.
Lamelle: bianche, larghe e fitte, con sfumature rossastre al tocco.
Gambo: 8-20 x 1-2,5 cm, cilindrico, prima pieno, poi farcito e infine cavo, fulvo o bianco-rosato che diventa vinato, specie alla base; bulbo ovoidale coronato da cerchi di verruche pelose che costituiscono la volva. Anello membranoso, ampio, pendulo, bianco, rosato o giallastro.
Carne: bianca e tenera, si colora di rosso-vinoso al taglio. Sapore un po' acre. Odore inesistente.
Spore: bianche in massa.
Amanita rubescens (foto www.gruppomicologicofollonichese.it)
Relazione con l'ambiente vegetale circostante: fungo simbionte. Molto diffusa, si trova nei boschi sia di conifere che di latifoglie, dalla primavera all'autunno inoltrato.
Buon commestibile, deve essere consumato cotto perché contiene emolisina termolabile. Può essere confusa con l'Amanita pantherina (tossica), che però presenta il margine striato e la cui carne non vira al rosato.