La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a Denominazione di Origine
Controllata “Tintilia del Molise”, comprende i terreni vocati alla qualità ed idonei alla coltura della
vite nei territori dei Comuni sotto elencati.
Provincia di Campobasso:
Acquaviva collecroce, Baranello, Boiano, Bonefro, Busso, Campobasso, Campodipietra,
Campolieto, Casacalenda, Casalciprano, Castelmauro, Castelbottaccio, Castellino del Biferno,
Castropignano, Colletorto, Colle d’Anchise, Ferrazzano, Fossalto, Gambatesa, Guardialfiera,
Guglionesi, Larino, Limosano, Lucito, Lupara, Macchia Valfortore, Mafalda, Mirabello Sannitico,
Monacilioni, Montagano, Montecilfone, Montefalcone del Sannio, Montelongo, Montemitro,
Montenero di Bisaccia, Montorio nei Frentani, Oratino, Palata, Petacciato, Petrella Tifernina,
Pietracatella, Portocannone, , Ripalimosani, Rotello, Salcito, Sant’Angelo Limosano, San Biase,
Santa Croce di Magliano, San Felice del Molise, San Giacomo degli Schiavoni, San Giovanni in
Galdo, San Giuliano di Puglia, San Martino in Pensilis, Tavenna, Toro, Tufara, Trivento, Ururi e
Vinchiaturo.
Provincia di Isernia:
Agnone, Belmonte del Sannio, Castelverrino, Colli al Volturno, Forlì del Sannio, Fornelli, Isernia,
Longano, Macchia d’Isernia, Miranda, Montaquila, Monteroduni, Pesche, Pietrabbondante, Poggio
Sannita, Pozzilli e Venafro.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per
consolidata tradizione hanno contribuito alla coltivazione e alla diffusione del vitigno “Tintilia”
da cui si ottiene l’omonimo vino.
La coltivazione del vitigno “Tintilia” in Molise ha origini antichissime, testimonianze della sua
presenza ci portano alla fine dell’700, in epoca borbonica, ed è sancita, dall’agronomo Raffaele
Pepe di Civitacampomarano, nel suo manoscritto del 1810.
La introduzione e la diffusione del vitigno, documentata e tramandata a noi da numerose
testimonianze e reperti del 700, è stata opera dei vari nobili, notabili e possidenti dei Comuni
facenti parte del Contato del Molise. Testimonianza scritta della Casa Vinicola Janigro
dimostra che, nella seconda metà dell’800, produceva e imbottigliava Tintilia e che questo vino,
prodotto nell’anno 1890, si classificò al primo posto e fu premiato con medaglia d’oro alla
mostra vinicola di Parigi nel 1900.
La nostra viticoltura si è consolidata nel medioevo, all’ombra del castello feudale, che con il
placet del “Signore” era possibile coltivare la vite e poche altre colture per i vassalli e il
fabbisogno delle famiglie dei coloni, anche se testimonianza della sua presenza ci è data dai
Greci, dai Sanniti e dagli scritti di Plinio.
le prime notizie dettagliate e ordinate secondo un criterio scientifico sulla produzione dei vini
prodotti in Molise, dalle varietà coltivate, risalgono agli scritti di Raffaele Pepe, che nel 1812
invitava i produttori a migliorare la vinificazione delle proprie uve senza ricorrere a sofisticate
pratiche enologiche.
Giuseppe del Re, nel 1836, indica che “i vigneti, quasi tutti piantati sopra colli e poggi, formano
un totale di 56.948 moggi (circa 4.000 ha), e contengono varie specie di uve, che maturano quali
presto quali tardi, ma vanno tutte al posto nei giorni di vendemmia”.
Nel 1892, su iniziativa di Angelantuono Baranello, sorge a Ferrazzano la Società Operaia che
svolge un’intensa attività di promozione nel sottore agricolo locale.
L’influenza dei fattori umani, nel corso dei tempi ha portato alla costituzione di numerose
cantine cooperative e cantine private, portando nel contempo a definire aspetti tecnici e
produttivi, puntualmente riportati nel vigente disciplinare di produzione.
Grappoli di Tintilia del Molise
Base ampelografica
I vini a Denominazione di Origine Controllata “Tintilia del Molise” devono essere ottenuti da uve
provenienti da vigneti costituiti, nell’ambito aziendale, per almeno il 95% dal vitigno Tintilia.
Possono concorrere alla produzione di detti vini anche le uve di altri vitigni non aromatici idonei
alla coltivazione nelle province di Campobasso ed Isernia, presenti nei vigneti in ambito aziendale,
da soli o congiuntamente, fino a un massimo del 5%.
I vini a denominazione di origine controllata «Tintilia del Molise» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Tintilia del Molise” rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol.;
acidità totale minima: 4,50 g/l;
estratto non riduttore minimo: 21,00 g/l.
“Tintilia del Molise” rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,50% vol.;
acidità totale minima: 4,50 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,00 g/l;
zuccheri residui: massimo 10 g/l.
“Tintilia del Molise”rosso riserva:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 13,00% vol.;
acidità totale minima: 4,50 g/l.;
estratto non riduttore minimo: 23,00 g/l.
È facoltà del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali – Comitato Nazionale per la Tutela e la Valorizzazione delle Denominazioni di Origine e delle Indicazioni Geografiche Tipiche dei vini, modificare, con proprio Decreto, per i vini di cui sopra, i limiti minimi per l’acidità totale e l’estratto non riduttore.
I vini a denominazione di origine controllata «Tintilia del Molise» all'atto dell'immissione al consumo devono rispondere alle seguenti caratteristiche:
“Tintilia del Molise” rosso:
colore: rosso rubino intenso, con riflessi violacei;
odore: vinoso, intenso, gradevole, caratteristico;
sapore: secco, armonico, morbido, caratteristico.
“Tintilia del Molise” rosato:
colore: rosato più o meno intenso;
odore: fruttato delicato;
sapore: asciutto, fresco, armonico, fruttato.
“Tintilia del Molise”rosso riserva:
colore: rosso granato con riflessi aranciati;
odore: speziato, intenso, caratteristico;
sapore: secco, armonico, morbido, caratteristico.
Variano a seconda della tipologia di vino.