L’Indicazione geografica tipica “Lazio” è riservata ai seguenti vini:
bianco, anche nella tipologia frizzante, spumante, passito e vendemmia tardiva;
rosso, anche nella tipologia novello, frizzante, spumante, passito e vendemmia tardiva;
rosato, anche nella tipologia frizzante, spumante, passito e vendemmia tardiva;
con la specificazione del nome del/i vitigno/i, anche nelle tipologie spumante, vendemmia tardiva,
frizzante, passito e novello, quest’ultimo limitatamente ai rossi.
La zona di produzione delle uve per l’ottenimento dei mosti e dei vini atti ad essere designati con l’ indicazione geografica tipica “Lazio” comprende l’intero territorio della regione Lazio.
Di fondamentale rilievo sono i fattori umani legati al territorio di produzione, che per consolidata
tradizione hanno contribuito ad ottenere il vino “Lazio”.
La coltivazione della vite in Lazio ha origini antichissime, prima ad opera degli Etruschi e
successivamente ad opera dei Romani che appresero dagli Etruschi le tecniche vitivinicole fin
dall'epoca dei re.
Il Lazio, per la sua posizione geografica, rappresentò l’ideale linea di congiunzione fra la viticoltura
greca e quella etrusca. Nella prima la vite veniva allevata ad alberello, sostenuta con tutori morti e
coltivata in coltura specializzata; nella seconda veniva dato libero sfogo alle viti lasciando ai tralci
la possibilità di correre lungo festoni alti sul terreno e appoggiati a tutori vivi: la vite veniva
maritata all’olmo, al pioppo, all’acero ed era coltivata in coltura promiscua. Entrambi i modi di
allevamento si praticavano nel Lazio, e sono ancora oggi visibili nelle zone ove la viticoltura ha
ormai solo carattere marginale.
I vini migliori del Lazio venivano prodotti in zone con spiccatissima attitudine viticola (media
collina, terre vulcaniche o rosse), e la base ampelografica era composta in prevalenza da vitigni
laziali e comunque ampia; e ogni viticoltore, seguendo gusti ed esperienze sue proprie, produceva
vini tipici ed inconfondibili.
Numerosi sono ancora oggi i vitigni autoctoni della regione tra cui spiccano tra quelli a bacca
bianca la Malvasia del Lazio, il Bellone ed il Moscato di Terracina, e tra quelli a bacca rossa
l’Abbuoto, il Cesanese comune, il Cesanese di Affile ed il Nero buono
Possiamo quindi affermare che il Lazio è tra le più antiche regioni d’Italia a vocazione vitivinicola,
come testimoniato dagli scritti dei Georgici latini quali Catone, Columella, Plinio, Strabone,
Virgilio, Marziale. Sia i vini prodotti nel Latium vetus sia quelli del Latium adiectum sono tra i più
famosi e celebrati dell’antichità: basta ricordare l’Albano, il Caeres, il Cecubo, l’Aricinum, il
Setino, il Tiburtinum, il Tusculum.
Alla fine del diciannovesimo secolo, negli Atti dell’inchiesta sulla condizione della classe agricola
(1883), risultavano censite oltre 200 diverse denominazioni di cultivar diffuse nei comuni del
Lazio.
Vigneti nel Lazio
Base ampelografica
I vini a Indicazione geografica tipica “Lazio” bianchi, rossi, rosati, passito, vendemmia tardiva e
spumante devono essere ottenuti da uve provenienti da vigneti composti, nell’ambito aziendale, da
uno o più vitigni idonei alla coltivazione per la Regione Lazio, ed iscritti nel Registro Nazionale
delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel disciplinare.
L’Indicazione geografica tipica “Lazio”, con la specificazione di uno dei vitigni idonei alla
coltivazione per la Regione Lazio, è riservata ai vini ottenuti da uve provenienti da vigneti
composti, nell’ambito aziendale, per almeno l’85% dal corrispondente vitigno.
Possono concorrere, da sole, o congiuntamente, alla produzione dei mosti e vini sopra indicati, le
uve di altri vitigni, idonei alla coltivazione per la Regione Lazio, fino ad un massimo del 15%.
Nella designazione e presentazione dei vini a indicazione geografica tipica «Lazio» è consentito
utilizzare il riferimento in etichetta al nome di 2 o 3 vitigni idonei alla coltivazione nella regione
Lazio iscritti nel Registro Nazionale delle varietà di vite per uve da vino, riportati nel disciplinare a
condizione che:
- il vino derivi esclusivamente da uve prodotte dai due o tre vitigni ai quali si vuole fare riferimento;
- la produzione massima di uva per ettaro di vigneto in coltura specializzata, nell’ambito aziendale,
di ciascuno dei due o tre vitigni interessati non superi il corrispondente limite fissato dal disciplinare di produzione;
- il titolo alcolometrico volumico naturale minimo delle uve ottenute da ciascuno dei due o tre
vitigni non sia inferiore al corrispondente limite fissato dall’articolo 4 del presente disciplinare di
produzione;
- l’indicazione deve essere riportata in etichetta in ordine decrescente rispetto all’effettivo apporto
delle uve da essi ottenute e in caratteri delle stesse dimensioni.
I vini a indicazione geografica tipica «Lazio», anche con la specificazione del/i nome/i del/i vitigno/i, all'atto dell'immissione al consumo, devono avere le seguenti caratteristiche:
«Lazio» bianco:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol.;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 14,0 g/l.
E’ prevista la tipologia frizzante.
«Lazio» bianco passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00% vol e con un titolo alcolometrico volumico
effettivo non inferiore a 9,00%;
acidità totale minima: 4,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
«Lazio» bianco vendemmia tardiva:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol e con un titolo alcolometrico volumico
effettivo non inferiore a 12,00%;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Lazio» bianco spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
«Lazio» rosso:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 11,00% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 18,0 g/l.
E’ prevista la tipologia novello e frizzante.
«Lazio» rosso passito:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 16,00% vol e con un titolo alcolometrico volumico
effettivo non inferiore a 9,00% vol;
acidità totale minima: 4,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 24,0 g/l.
«Lazio» rosso vendemmia tardiva:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 15,00% vol e con un titolo alcolometrico volumico
effettivo non inferiore a 12,00%;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 20,0 g/l.
«Lazio» rosso spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 17,0 g/l.
«Lazio» rosato:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,50% vol;
acidità totale minima: 4,5 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
E’ prevista la tipologia frizzante.
«Lazio» rosato spumante:
titolo alcolometrico volumico totale minimo: 10,00% vol;
acidità totale minima: 5,0 g/l;
estratto non riduttore minimo: 15,0 g/l.
I vini a indicazione geografica tipica «Lazio», anche con la specificazione del/i nome/i del/i vitigno/i, all'atto dell'immissione al consumo, devono avere le seguenti caratteristiche:
«Lazio» bianco:
colore: giallo, a volte tendente al dorato o al verdognolo;
odore: intenso, fruttato;
sapore: tipico, secco, sapido.
«Lazio» bianco passito:
colore: giallo tendente all’ambra a seconda dell’invecchiamento;
odore: intenso, fruttato;
sapore: dolce, caratteristico, sapido.
«Lazio» bianco vendemmia tardiva:
colore: giallo dorato;
odore: intenso,caratteristico
sapore: vellutato, gradevole.
«Lazio» bianco spumante:
spuma: fine e persistente;
colore: paglierino chiaro, limpido;
odore: fine, caratteristico;
sapore: armonico.
«Lazio» rosso:
colore: rosso rubino più o meno carico tendente al granato con l'invecchiamento;
odore: complesso, fruttato;
sapore: armonico, tipico.
«Lazio» rosso passito:
colore: rosso più o meno carico tendente al granato con l'invecchiamento;
odore: caratteristico ed intenso;
sapore: dolce, armonico e vellutato.
«Lazio» rosso vendemmia tardiva:
colore: rosso più o meno intenso tendente al granato;
odore: caratteristico ed intenso;
sapore: armonico e vellutato.
«Lazio» rosso spumante:
spuma: fine e persistente;
colore: rosso rubino carico;
odore: persistente, caratteristico;
sapore: armonico ed equilibrato.
«Lazio» rosato:
colore: rosato cerasuolo più o meno intenso;
odore: fine, gradevole;
sapore: armonico, delicato, vellutato.
«Lazio» rosato spumante:
spuma: fine e persistente;
colore: rosato più o meno intenso con riflessi violacei;
odore: fine, gradevole;
sapore: armonico.
I vini a indicazione geografica tipica «Lazio» con la specificazione del/i nome/i del/i vitigno/i, all'atto dell'immissione al consumo, oltre alle caratteristiche sopra specificate per i vini del corrispondente colore, devono presentare le caratteristiche organolettiche proprie del vitigno.
Variano a seconda della tipologia.