Regno: Animalia
Phylum: Chordata
Classe: Mammalia
Ordine: Perissodactyla
Sottordine: Ceratomorpha
Famiglia: Rhinocerotidae
Genere: Rhinoceros
Specie: R. unicornis - Linnaeus, 1758
Il Rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis - Linnaeus, 1758) è un pachiderma quadrupede, eutero, placentato afferente alla classe dei Mammiferi (Mammalia), all’ordine dei Perissodattili (Perissodactyla), alla ben nota famiglia dei Rinocerotidi (Rhinocerotidae) ed al genere Rinoceronte (Rhinoceros).
La famiglia dei rinoceronti, contiene 5 specie viventi, suddivise in 4 generi che vivono in Asia sudorientale, in Birmania, in Malesia, in alcune regioni dell’India e nella maggior parte dell’Africa a sud del Sahara.
Anche se la loro immagine familiare è quella di animali tozzi, pesantissimi e robustissimi, in realtà i rinoceronti si possono muovere con velocità e agilità sorprendenti quando necessario.
Di tutte le specie, il Rinoceronte bianco o camuso (Ceratotherium simum) endemico dell’Africa subsahariana, è il più grande; mentre il Rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis) è il più grande delle specie asiatiche.
In linea generale, nei rinoceronti le zampe anteriori hanno tre o quattro dita, le posteriori tre, ognuna con un piccolo zoccolo simile a un unghia anteriormente e a una suola posteriormente. La cute è molto spessa con peli radi; i corni (in numero di due come nelle specie africane, o di uno come nel rinoceronte indiano), sono formazioni esclusivamente dermiche, situate sopra un ispessimento delle ossa nasali e anche delle ossa frontali in quelle specie che ne hanno due.
Il corno, consiste in una massa di fibre cornee agglutinate con materiale cheratinoso, ma le fibre non sono veri peli, in quanto si formano da papille cutanee e non da follicoli piliferi.
I rinoceronti sono animali prevalentemente notturni e solitari; pur essendo massicci e apparentemente invulnerabili, sono straordinariamente timidi, benché il Rinoceronte nero africano (Diceros bicornis), se messo in allarme, carichi alla cieca quasi sempre. Le specie asiatiche oggi sono purtroppo rare (anche quelle africane stanno avendo la medesima sorte), poiché il loro numero è stato ridotto dalla solita “idiota ed inutile” caccia sportiva eccessiva, dalla distruzione dei loro habitat ad opera degli insediamenti umani e dalla caccia per ricavarne i corni, che sono sempre stati molto apprezzati in Oriente per le loro presunte (ma non vere) qualità afrodisiache, una volta ridotti in polvere e manipolati per farne un medicamento.
Tre specie vivono in Asia: il rinoceronte indiano (Rhinoceros unicornis, oggetto di questa scheda), il Rinoceronte di Giava (Rhinoceros sondaicus) e il Rinoceronte di Sumatra (Dicerorhinus sumatrensis).
La loro riduzione numerica, fu drammaticamente documentata nelle carte geografiche pubblicate sin dal 1960 dal biologo L.M. Talbot, in cui la loro distribuzione un secolo fa era indicata da un tratteggio che ricopriva migliaia di chilometri quadrati, mentre nel 1960 da pochi punti sparsi; ad oggi alcuni biologi ipotizzano che alcune specie siano addirittura estinte.
Rinoceronte indiano - Rhinoceros unicornis (foto www.biolib.cz)
Rinoceronti - Dimensioni delle varie specie a confronto.
Il rinoceronte indiano abitava un tempo in una vasta zona dell’India settentrionale e nel Nepal, dalle pendici dell’Hindu Kush al confine con la Birmania.
Oggi vive in otto riserve in India, cinque delle quali sono situate nell’Assam (uno stato dell’India nordorientale) e nel Parco Nazionale che si trova nella valle di Rapti nel Nepal.
Circa 400 esemplari sono presenti nel primo e un po’ meno nel secondo, per un totale che non raggiunge gli 800 esemplari.
Per questo la IUCN oggi ne stabilisce uno status di “vulnerabile”.
Nell’Assam i rinoceronti vivono nelle campagne paludose, con fitti addensamenti d’erbe giganti, mentre il biologo E.P. Gee ha trovato che nel Nepal, durante i mesi freddi, essi vivono soprattutto nelle macchie fitte con alberi e nelle foreste.
Nell’Assam si nutrono d’erba, ramoscelli e giunchi, sia di giorno che di notte.
Sono solitari e trascorrono la maggior parte del tempo nei pantani, specialmente quando fa caldo.
Ritornano sempre allo stesso posto per defecare e accumulano vasti monticelli di sterco.
Non sono rigorosamente territoriali, anche se non sembra che vadano molto in giro al di fuori della zona ove vivono abitualmente.
Il biologo Talbot trovò che in un pantano coabitavano cinque rinoceronti indiani.
Altri passeggiavano nella zona e la scelta delle latrine sembrava essere casuale, a seconda di quale in un dato momento sembrava la più vicina.
Questi cumuli di letami sono delle formazioni notevoli: alcune misurano più di 4,5 m in lunghezza e fino a 1,2 m in altezza.
D’altra parte, i biologi zoologi Hutchinson e Ripley, hanno sostenuto in un loro scritto del 1954, che Rhinoceros unicornis è un animale solitario, che abita territori ben definiti per la maggior parte dell’anno, mentre vaga entro un raggio più ampio durante la stagione riproduttiva.
I due biologi zoologi hanno anche supposto che il territorio sia situato attorno ad uno stagno o ad un pantano e che abbia un monte di letame al centro e monticelli minori ai margini, un quadro molto più limitato di quello trovato da Talbot.
Il rinoceronte indiano è la specie asiatica di maggiori dimensioni, raggiunge 1,8 m al garrese, 4,20 m di lunghezza e 2 t di peso.
Sia il maschio che la femmina hanno un unico corno, che può raggiungere gli 80 cm di lunghezza.
La livrea è di colore grigio, la cute spessa dà luogo a una pesante piega, sia sopra i quarti posteriori, sia sopra quelli anteriori, per cui sembrano le piastre di una corazza, una somiglianza che è resa ancora più reale dalla presenza di protuberanze rotondeggianti, tipo verruche, che assomigliano a dei bulloni.
Etologia-Biologia riproduttiva
Nelle riserve naturali dove da anni non vengono disturbati, gli animali non hanno paura e sono indifferenti alla vicinanza dell’uomo.
Ma nel Nepal, dove sono sempre stati uccisi e portati via dalle aree coltivate, il biologo Gee osservò che “Sono nervosi, impauriti alla vista degli esseri umani e quasi esclusivamente notturni”.
Nella riserva di Kaziranga nell’Assam, Talbot osservò che alcuni rinoceronti vecchi vivevano fuori del parco verso sud, vicino alle risaie.
Il biologo citava “Invece di essere pericolosi solitari, questi animali sono diventati estremamente docili, rivolgendo una scarsissima attenzione al bestiame o alla vita indigena che si svolge nei dintorni.
Sono rarissimi i casi in cui i rinoceronti si sono dati a corse pazze e furiose, provocando danni o distruzioni”.
D’altra parte una femmina con il piccolo, se disturbata, attacca furiosamente.
E’ particolare che questa specie quando attacca non usa il corno, piuttosto smussato, ma dei canini molto taglienti, grossi e inclinati, della mandibola: nella mascella vi è un solo grosso incisivo ma nessun canino e nella mandibola un solo piccolo incisivo.
Nel servirsi dei canini inferiori l’animale lancia la testa verso l’alto e colpisce la vittima.
Talbot ha visto un Elefante asiatico (Elephas maximus) venir sfregiato in questo modo fino a un’altezza di due metri da terra.
Poi però reagì ed uccise il rinoceronte schiacciandolo.
I maschi raggiungono la maturità sessuale in natura, intorno al settimo-ottavo anno di vita, le femmine intorno al sesto anno di vita.
In cattività i maschi maturano intorno a cinque anni di vita, le femmine intorno a quattro anni.
La gestazione è molto lunga mediamente 15-18 mesi, con un intervallo tra una gravidanza e l’altra che va da 33-50 mesi di vita.
I parti sono singoli e il piccolo può restare con la madre per due anni e mezzo, finché non ne nasce un altro.
Quando c’è una femmina in calore, due maschi possono lottare ferocemente per accoppiarsi con lei.
Scheda a cura di Giuliano Russini >>>